OPERA VINCITRICE - "THE STEAK"

Kiarash Dadgar (Iran)
The Steak
Video, 8’ - 2023
Cortometraggio sperimentale privo di dialoghi, The Steak costruisce una geografia simbolica dell’esperienza umana, interrogando le strutture sociali attraverso un linguaggio visivo essenziale e sospeso. L’assenza di coordinate geografiche specifiche potenzia l’universalità del racconto, articolando una riflessione sulle tensioni tra giustizia sociale, agency individuale e resistenza silenziosa. Il film sfida le convenzioni cinematografiche per farsi spazio liminale tra realtà esterna e dimensione interiore. Un’opera che invita alla sospensione, alla coabitazione tra emotività e pensiero critico
ARTE VIRTUALE E MULTIMEDIALE

Simone Martinotta (Italia)
Shifting Selves
Componente grafica particellare - 2023-24
Il lavoro indaga la tematica della spersonalizzazione dell’individuo all’interno del mondo virtuale, mediante una componente grafica particellare che si va lentamente a sfaldare per ricomporsi nell'essenza di un corpo fisico appartenente alla quotidianità. Nell’ambito di una dinamica mutevole, l’uomo si pone in una condizione flessibile, ma al medesimo momento fragile; uno stato da cui è molto difficile emergere senza essere sopraffatti da una realtà creata artificialmente dall’essere umano stesso.

Alessandra Carloni (Italia)
Human Hybrid
Video-animazione 3D, 2:46 min. - 2024
Il video parte da un racconto su tavole storyboard disegnate da Alessandra Carloni, poi tradotte in animazione da Francesco Gini. Attraverso il viaggio in una Roma reale e virtuale insieme, si sviluppa una riflessione sull’uomo contemporaneo e sul suo rapporto con le tecnologie (con l’intelligenza artificiale o con la realtà aumentata), che può essere sia positivo che negativo. È un racconto con un finale aperto a diverse chiavi di lettura, tra cui centrale è l’importanza dell’immaginazione per l’uomo.

Wu Siou Ming (Taiwan)
Red
Installazione audiovisiva - 2025
Opera immersiva, è una meditazione sul rapporto tra umanità e tecnologia, e sulla fragilità dell’esistenza, attraverso l’indagine sui pericoli nascosti sotto la superficie di un mondo apparentemente tranquillo. Basandosi sui dati delle radiazioni ambientali, raccolti in tempo reale dalle stazioni di monitoraggio di Taiwan, un algoritmo traduce questi in un paesaggio sonoro multicanale e in uno spettacolo ipnotico, dove i colori rosso e verde rappresentano i livelli di radiazione in continua evoluzione
FOTOGRAFIA

Nicola Bertellotti (Italia)
Nowhere, Now Here
Foto digitale Fine Art su dibond - 2024
La fotografia di ciò che rimane di un ponte ferroviario dismesso diventa punto di partenza per una riflessione sul paesaggio, spazio fisico e condizione mentale dell’immaginazione, che può presentare tre “verità”: geografica, autobiografica e metaforica. Concentrandosi su quest'ultima, l’autore s’interroga sul paesaggio come "luogo" della visione dell'identità dell'uomo moderno, scisso "fra l'accumulo del passato e la vertigine del vuoto" (I. Calvino), fra la fuga da sé stessi e quella verso sé stessi.

Dafne Frasca (Italia)
Risonanze
Glitch Art su fotografia digitale
Stampa su carta fotografica - 2024
Trasposizione dei ricordi dei bambini tarantini, l’opera è un ponte tra varie generazioni, tra passato e presente della città. Le foto d’archivio sono testimonianze rielaborate attraverso programmi di editing audio per creare nuovi colori che risemantizzano gli scatti. È un processo che converte l’immagine in suono (ascoltabile con QR code), trasformato poi in nuova forma per innescare riflessioni sui valori del passato, tracciando un dialogo tra l’individuo e una comunità in continua trasformazione

Alessandra Baldoni (Italia)
Il futuro non è più quello di una volta
Stampa Fine Art su dibond - 2022
Cercando di raccontare storie che possano creare una “geografia sentimentale”, la fotografa definisce con le sue immagini trame, simbologie e segni che si celano sotto le apparenze tangibili e sensibili del quotidiano, accostando una serie di suggestioni concettuali alle evidenze visive. Si tratta di una sorta di diario di bordo, durante una navigazione disorientata, che cerca di definire una mappa in cui i punti cardinali coincidono con le espressioni di un mondo che è sempre più veloce e mutevole.

Luca Coclite (Italia)
Piedistallo per falchi e civette
Spray su fotografia digitale su carta Hahnemule - 2021
Fotografia di un posatoio ricavato da una roccia sedimentaria, su cui l’artista è intervenuto utilizzando uno smalto a spray, rappresenta il “vestigio rurale” di un contesto in cui si è interrotta la relazione “uomo-natura”, basata su un'armonia data dalla reciproca assistenza. Questi arredi funzionali di una civiltà contadina radicata in un paesaggio agrario diversificato, sono espressione della forza del passato, di un perfetto binomio tra coltura e natura compromesso da discutibili modelli di sviluppo.

Angelo Greco (Italia)
Parco Ambra
Installazione fotografica - 2020
La sequenza racconta un’esperienza personale di oltre un anno vissuto nel condominio di Parco Ambra, un “non-luogo” concepito per altri scopi e ora rifugio di vite disilluse e di storie silenziose. Non è soltanto una raccolta di spazi fisici, ma una riflessione sul senso della solitudine, sentimento spesso celato dietro la monotonia della routine. Gli spazi vuoti diventano un teatro dell’umano, dove anche gli oggetti abbandonati e i rumori impercettibili narrano storie di assenza e, insieme, persistenza.
PITTURA

Danilo Ruggeri (Italia)
No No Nowhere
Tecnica mista su tela - 2021
Il lavoro riflette sul concetto di “soglia”, quella che si pone tra la “realtà” e la “realità” creata dai social media. Come un display concettuale, il dipinto diventa una porta verso un territorio non definito, transitorio, un luogo di passaggio tra il reale sensibile e la finzione speculativa, che si volge verso una dimensione enigmatica caratterizzata da zone d’incertezza (o di non-conoscenza) che vanno a creare una situazione alternativa rispetto a quella che può essere percepita come normalità.

Grazia Salierno (Italia)
Imbandito mangiano le pieghe
Tecnica mista su tessuto recuperato - 2024
Il dipinto restituisce una dimensione intima, tracciata tra le pieghe di un letto disfatto in cui si sente ancora la presenza dei corpi distesi. Attraverso colori caldi e freddi, zone termicamente differenziate, l’artista porta avanti la personale ricerca di una “antropomorfizzazione”, in territori comuni e con immagini che richiamano e avvicinano le esistenze umane, come in un letto sfatto che si trasfigura in terreno arato, denso di cromie rimescolate e vivide, pronto a ricevere luce e vita nuova.

Chiara Sorgato (Italia)
What YOU think too often
Olio su tela di cotone - 2024
Il dipinto indaga la mente umana, studiando i dati disponibili sulle ricerche degli utenti su internet. Unendo pittura tradizionale, ricerca statistica e data visualization, l’autrice usa i dati forniti dai tools online che consentono di scoprire cosa si cercano sui browser; così si viene a costituire una mappa di sogni, ambizioni e curiosità, pensieri ricorrenti od ossessivi rappresentati nella forma di un palloncino, chiuso in una stanza o in una scatola da cui non riesce a liberarsi per volare via.

Tan Feng (Cina)
La strada di casa
Tecnica mista su tela - 2024
L’opera trae ispirazione dal sogno, restituito con pennellate fluide e istintive, in forme minimaliste che evocano una memoria sensoriale piuttosto che dipingere una narrazione figurativa. Tra astratto e figurale, il pittore lascia che la forma sia guidata dall’intuizione e non dal riconoscimento dei contenuti. È una "memoria emotiva" che invita lo spettatore a interpretare e a percepire liberamente; è un ponte tra l'individuale e il collettivo, connesso alla necessità di fragilità e di riflessione.

Anastasia Norenko (Ucraina)
Caos
Olio su tela - 2024
Il lavoro s’ispira al Paradiso Perduto di John Milton; l’indagine verte intorno alla dicotomia tra ordine e caos, elementi che caratterizzano la dimensione psicologica e il ritmo dei cambiamenti sociali. Rovesciando casualmente il colore sulla tela, l’artista ha “riordinato” la confusione delineando le figure con un processo “terapeutico” di controllo del caoticità e di ricerca di una forma e di un senso, per stimolare un’azione collettiva di adattamento, evoluzione e superamento delle sfide del futuro.

Ilaria Costaglia (Italia)
Incontri ravvicinati
Tecnica mista su carta su tavola - 2024
L’opera, composta da tavole che riprendono diversi contesti, declina l’idea di “incontro” e racconta di un microcosmo principalmente femminile dall’atmosfera rilassata e sospesa, in cui le ragazze protagoniste si muovono indisturbate. Gli spazi sono mondi paradossali che attingono da un’estetica fantasy e post-internet. Le situazioni ritratte combinano così un aspetto piacevole della rappresentazione con elementi che causano dissonanza, dando la sensazione che, probabilmente, non tutto è come sembra.

Man Pan Lau (Hong Kong)
People of Different Race Look Alike in Blue
Tecnica mista su carta - 2020-24
Esplorazione delle connotazioni del colore all'interno del genere pittorico, approcciato in modo critico, l’opera si concentra sul blu oltremare, un tempo pigmento prezioso e ora accessibile. Riflettendo su questo passaggio e giustapponendo questo colore nei ritratti, l’artista mette in discussione pregiudizi intrinseci e ideali utopici di uguaglianza, rivisitando le convenzioni artistiche tradizionali e riconsiderando le prospettive sulle narrazioni in evoluzione, tra realtà soggettiva ed esterna.

Christian Grasso (Italia)
Rasoterra (io e loro)
Acrilico e olio su tela - 2025
Opera permeata da una sensazione di tensione data dai colori, nasce da momenti quotidiani che l'artista assimila e rende propri, trasformandoli nelle forme e nei colori. Il titolo punta a far riflettere l’osservatore sulla condizione in cui l'essere umano vive: volando rasoterra, senza possibilità di librarsi in alto, schiacciato al suolo, incatenato alla propria routine da cui fatica a emergere. È un appiattimento totale delle sensazioni che porta ad affrontare la vita sempre meno presenti a sé stessi.

Lucia Chiancone (Italia)
Mamma me
Olio su juta - 2023
Il dipinto su juta raffigura una cicatrice, che ricorda all’artista la malattia della madre, affrontata e vissuta insieme. Una sorta di ricordo d’infanzia, un elemento che ha preso il sopravvento sulla sua vita e sulla superficie della tela, rendendosi assoluto protagonista. Il soggetto ritratto rappresenta emblematicamente l'accettazione da parte della donna del proprio corpo così duramente provato e modificato, e, insieme, la volontà di renderlo un punto di forza, un simbolo di resistenza e rinascita.

Francesco Rocco Ferruccio (Italia)
Il paradosso delle informazioni
Olio e acrilico su tela - 2025
In quest’opera la pittura viene utilizzata come una lente di osservazione in grado di trasfigurare la realtà. La rappresentazione in oggetto diventa, quindi, una sorta di negazione del contenuto stesso; laddove anche l'immagine di un imminente e terribile disastro aereo si va svuotando del suo significato principale, trasformandosi in mera rappresentazione stilistico-formale, rimane in piedi soltanto l’interrogativo su come l'arte possa fornire un contributo a una riconfigurazione della visione del reale.

Tonia Erbino (U.S.A.)
Emergency
Olio su tela - 2024
In uno spazio geografico annullato, la scena evoca un episodio che appartiene alla memoria personale e collettiva, l’aiuto prestato in una situazione di difficoltà che rileva l’attitudine dell’artista ad accennare più che “fotografare’”. La pittura non si ferma all’immediato, ma s’inserisce nello scorrere del tempo, restando in attesa, verso i luoghi della memoria, affermati tramite una matericità cromatica che sottolinea la volontà di favorire l’essere presente, tangibile come il mondo a cui s’ispira.

Elisa Zadi (Italia)
Agave e Iris I
Tecnica mista su tessuto - 2024
L'opera indaga le possibilità del ritratto nell’ambito della ricerca dell'identità, in relazione con la Natura e in uno spazio immaginifico – e metafisico – che diventa lo specchio di questa interiorità. La figura femminile rappresenta la sfida di far parte di una realtà in continuo cambiamento, che porta a un allontanamento dall’identità propria e naturale, che qui vorrebbe essere recuperata descrivendo una nuova geografia ambientale, nella quale gli esseri umani e gli elementi vegetali coesistono.

Navid Nedaei (Iran)
Ascension of light
Acrilico su tela - 2025
Questo lavoro esplora i confini sfumati tra interiorità ed esteriorità, tra realtà e sogno, tra luce e oscurità. La figura luminosa al centro simboleggia l'identità interiore, la consapevolezza o, forse, la liberazione mentre le ombre circostanti rappresentano le paure, i ricordi oppure le forze che avvolgono l'individuo. Il dipinto è un tentativo di riflettere sulla psiche umana, messa in confronto con l'ignoto, e di esprimere una particolare geografia emotiva che scorre tra la mente e il reale.

Dalila Festagallo (Italia)
Ecografie
Acrilico su tavola - 2025
Attraverso un segno pittorico essenziale e fortemente evocativo, l’opera indaga la soglia tra rappresentazione e percezione, assumendo l’ecografia come dispositivo simbolico. Il corpo, evocato in absentia, diviene campo semantico su cui si proiettano stratificazioni identitarie e memorie interiori. La superficie pittorica si fa luogo di risonanza, in cui il segno si trasforma in mappa affettiva e archivio visivo. Ne emerge una geografia dell’intimità, dove visibilità e opacità coesistono

Tina Sgrò (Italia)
Manichino
Olio su tela - 2014
L’opera mette in scena un ambiente sospeso, in cui simboli e giochi geometrici abitano spazi abbandonati e senza tempo. Il manichino, figura liminare e disabitata, diventa metafora dell’identità spogliata, riflesso silente di un soggetto assente. La pittura inscena così un’interiorità trattenuta, dove il tempo appare dilatato e immobile. L’architettura dello spazio si fa mentale, mentre la materia cromatica trattiene la traccia di una presenza latente

Fabian Agommuoh (Nigeria)
Letter Across Seas
Acrilico su tela - 2024
L’opera si configura come un attraversamento simbolico, in cui il gesto pittorico media una comunicazione tra corpi distanti e geografie emotive. Il titolo evoca la forma epistolare come atto di resistenza e connessione, capace di oltrepassare confini reali e interiori. Il mare, non rappresentato ma evocato, diviene spazio metaforico di separazione e desiderio. La tela si fa supporto narrativo, dove l’identità emerge come flusso in perenne transito

Claudio Zorzi (Italia)
Two Women (Seyma and Nelly)
Olio, acrilico, gommalacca e terra su tela - 2024
Un dispositivo di riflessione sulla costruzione dell’identità attraverso l’immagine, dove il doppio ritratto diventa campo di tensione tra visibilità e alterità. Le figure femminili emergono da una superficie pittorica stratificata, in cui materia e gesto interrompono ogni linearità rappresentativa. Il volto è residuo e rivelazione, zona di esposizione e risonanza. La pittura elude la resa mimetica e insiste sul carattere relazionale e dinamico della soggettività, intesa come forma aperta e in costante trasformazione.
SCULTURA

Nikodem Rafal Trojnar (Polonia)
Autoritratto. La sagra della primavera
Carta, fibra di vetro, legno, ferro - 2024
L’opera si presenta come autoritratto performativo, immerso in una dimensione coreografica e rituale ispirata a La Sagra della Primavera. Il corpo, frammentato in figure leggere e temporanee, assume un movimento imperfetto e provvisorio, ma denso di implicazioni simboliche. La danza evocata da Stravinsky si traduce in un processo di metamorfosi, in cui il fragile prende forma come atto di resistenza e rinascita. Scultura e gesto convergono in un dispositivo estetico aperto, in cui vulnerabilità e immaginazione operano come forze di riformulazione del vivente

Sara Cancellieri (Italia)
Senza nomi
Terracotta smaltata, installazione a parete - 2024
L’opera trae origine dal culto seicentesco delle anime pezzentelle, restituendo forma al gesto intimo e collettivo dell’adozione simbolica dei teschi senza nome. Una linea orizzontale di fiamme ceramiche, nere e lucenti, si staglia dalla parete come soglia tra due mondi, evocando una ritualità silenziosa di cura e resistenza. La memoria si inscrive nella materia fragile e refrattaria, che trattiene l’eco del lutto e lo trasforma in atto di prossimità. L’installazione si fa spazio liminale, in cui la pratica artistica si fa politica dell’inclusione e del ricordo

Roberta Cotterli (Italia)
Cocoon III
Lattice, pigmenti, garze, filo di nylon - 2024
L’opera si colloca all’interno di una ricerca sulla metamorfosi del corpo femminile, inteso come configurazione instabile e in perpetua rinegoziazione. Cocoon III richiama il dispositivo della crisalide per costruire un’immagine interstiziale, dove l’assenza corporea si traduce in tensione plastica e memoria cucita. La superficie, attraversata da innesti e stratificazioni manuali, restituisce una mappatura organica di transiti, appartenenze e fratture. La scultura diviene gesto poetico e critico insieme, riflettendo sulla precarietà come condizione esistenziale e condivisa

Michela Rondinone (Italia)
Il gioco del mondo
Ceramica non smaltata - 2023
L’opera trasforma il gioco della campana in un dispositivo poetico e rituale, dove l’azione ludica diventa forma di attraversamento simbolico. Il corpo, premuto sull’argilla ancora tenera, imprime una cartografia del movimento, fatta di pressioni, slittamenti e sospensioni. La materia, una volta cotta, conserva l’eco del gesto come indizio di una temporalità stratificata. Il tracciato emerge così come soglia tattile tra esperienza e permanenza, tra leggerezza e incidenza

Manjushri Chakraborty (India)
The Curse of Poverty
Ceramica - 2020
L’installazione ceramica affronta la vulnerabilità strutturale della povertà attraverso due ritratti femminili — madre e figlia — scolpiti come icone del dolore contemporaneo. I volti, sospesi tra immobilità e grido silente, restituiscono una narrazione intima e collettiva della perdita, della solitudine e della precarietà affettiva. Un sandalo abbandonato evoca la figura paterna assente, metafora di un vuoto generazionale e sistemico. L’opera si configura come scena archetipica, dove la sofferenza si condensa in forma e materia, dando corpo all’assenza e al desiderio di riscatto
VIDEO ART

Kiarash Dadgar (Iran)
The Steak
Video, 8’ - 2023
Cortometraggio sperimentale privo di dialoghi, The Steak costruisce una geografia simbolica dell’esperienza umana, interrogando le strutture sociali attraverso un linguaggio visivo essenziale e sospeso. L’assenza di coordinate geografiche specifiche potenzia l’universalità del racconto, articolando una riflessione sulle tensioni tra giustizia sociale, agency individuale e resistenza silenziosa. Il film sfida le convenzioni cinematografiche per farsi spazio liminale tra realtà esterna e dimensione interiore. Un’opera che invita alla sospensione, alla coabitazione tra emotività e pensiero critico

Milan Zulic (Serbia - Residente in Svizzera)
Infinity
Video HD, 6’ - 2022
Infinity si sviluppa come meditazione visiva sull’infinito interiore, attraverso un flusso di immagini rarefatte che accompagnano il testo mistico di Sant Tukaram. La voce di Samaneri Jayasāra incide lo spazio sonoro, facendo emergere una dimensione contemplativa, in cui parola e visione si intrecciano in un’esperienza immersiva. Il video, privo di narrazione lineare, si offre come epifania estatica e riflessiva, in cui spiritualità e immagine convergono in una tensione assoluta verso la luce. L’opera si configura come geografia trascendente, dove la materia visiva diventa rivelazione

Dario D’Introno (Italia)
Motus: studio per un attraversamento
Video digitale, 4’20” - 2024
Il video esplora il paesaggio come materia fluida e instabile, articolando un’indagine visiva su luoghi della Murgia pugliese soggetti a processi di trasformazione ambientale e simbolica. L’immagine, costantemente in movimento, si sfalda nella frenesia del presente, dissolvendo ogni tentativo di fissazione o permanenza. Anche la stasi si rivela apparente, pervasa da una tensione interna che ne preannuncia la fine. La componente sonora, concepita appositamente, amplifica l’esperienza immersiva, facendo del paesaggio un dispositivo sensibile di attraversamento e impermanenza

Masoume Khodabakhshi (Iran)
Mandatory Sanctity
Animazione 2D, video, 1’04’’ - 2023
L’opera interroga la distanza tra identità autentica e immagini ideologiche imposte alla soggettività femminile, trasformando l’animazione in dispositivo critico. Mandatory Sanctity svela l’imposizione di modelli normativi e di ruoli sociali rigidamente codificati, restituendo voce visiva a forme di agency rimosse dalla rappresentazione dominante. Il corpo si riattiva nello spazio animato come campo di rottura e dissenso. L’opera articola una riflessione sullo svelamento delle ferite interiori e sulla necessità di fratturare i modelli identitari prescritti

Simonetta Barbon (Italia)
Prima che arrivi AL
Video sperimentale, 4’44” - 2024
In un tempo dilatato e irriconoscibile, l’opera mette in scena la progressiva scomparsa dell’identità materna, corrosa dall’Alzheimer. Non si tratta di raccontare la malattia, ma di restituirne l’eco visiva, il vuoto che cresce nei gesti, nei silenzi, nelle tracce che sfuggono. Katia, presente e assente, attraversa uno spazio onirico che oscilla tra memoria e dissoluzione. Il video si muove tra sperimentazione e introspezione, evitando ogni narrazione lineare e affidandosi a immagini sospese e suoni che scavano. Una riflessione sul perdersi e sul restare, oltre la parola

Lida Fazli (Iran)
This side, other side
Animazione 2D, 8’51” - 2023
L’opera si struttura come racconto visivo sulla possibilità di relazione oltre i confini imposti, articolando una visione poetica in cui l’infanzia diventa spazio simbolico di pace, cura e amicizia. L’animazione, essenziale e narrativa, oppone alla logica della divisione una grammatica affettiva fondata sulla prossimità e sulla libertà dello sguardo. Le barriere geopolitiche si dissolvono nella forza disarmante del legame tra bambinə, reso visibile da una regia delicata e non retorica. This side, other side si configura così come invito etico a ripensare l’umano a partire dalla relazione

Haozheng Wu (Cina)
Rockscape III
Video digitale, 5’30” - 2024
L’opera rielabora la tradizione della pittura di paesaggio cinese attraverso una grammatica visiva computazionale, generando un ambiente in cui particelle digitali evocano materia in movimento. Rockscape III tenta di restituire il DNA e lo spirito del paesaggio, trasformando il gesto pittorico in flusso dinamico e immersivo. L’interazione tra pittura e codice apre a una visione cosmica, in cui il paesaggio si espande tra scala intima e universo macroscopico. Il video si configura come spazio meditativo e trans-disciplinare, in cui arte, memoria e tecnologia si compenetrano

Arshia Zeinali (Iran)
Happy Tape
Video, 5’ - 2023
L’opera si muove in una dimensione minima e profondamente emotiva, dove il gesto attoriale si carica di una densità silenziosa. Il protagonista restituisce con misura e profondità l’eco di una memoria compressa nel tempo e nella materia di una cassetta. Ogni sguardo e sospensione diventa luogo di significazione affettiva, risonanza di ciò che è stato perduto o non detto. Happy Tape si offre così come racconto intimo e trattenuto, in cui il cinema si fa archivio della fragilità umana

Natalya Radünz (Ucraina)
While the Bread is Warm (The “Echoes of Infinity” series)
Videoarte - 1974-2024
L’opera cattura l’istante impercettibile in cui il calore si ritira, trasformando il tempo in soglia tra presenza e dissolvenza. Attraverso un linguaggio visivo essenziale, il video restituisce la densità affettiva di un frammento. La metafora del pane caldo diventa dispositivo sensibile di transizione, sospeso tra vita e evocazione. While the Bread is Warm si configura così come meditazione sul tempo che passa, sul trattenere l’effimero prima che svanisca

Juliette Tuyttens (Belgio)
January
Video, scansioni 3D, audio, 11’28”
L’opera si articola come archivio emotivo e sensoriale di gesti quotidiani, indagando la soglia tra controllo e abbandono nella ripetizione delle abitudini. January trasforma la traccia personale in esperienza visiva e sonora, dove oggetti scansionati e voce incarnano la fragilità dell’identità in burnout. Il diario intimo si fa dispositivo digitale, restituendo un’estetica della routine come spazio di micro-piaceri e ossessioni. La narrazione, registrata dall’artista stessa, rompe l’anonimato della voce e reintegra la soggettività. Un’indagine sulla vulnerabilità come forma di resistenza quotidiana

Salvatore Insana (Italia)
Ti verrà dietro la città
Video HD, 7’ - 2024
Attraverso sovrapposizioni di piani visivi e sconnessioni temporali, l’opera compone un ritratto allucinato della città contemporanea, in cui i flussi urbani si confondono con percezioni disarticolate e collassi sensoriali. Ti verrà dietro la città è una deriva visiva che trasforma lo spazio metropolitano in orizzonte trasfigurato e ossessivo, dove l’identità del soggetto si dissolve nei ritmi del pendolarismo forzato. L’eco del testo di Kavafis introduce una dimensione archetipica, in cui il ritorno è inevitabile, e la città si fa metafora interiore. Una riflessione perturbante sulla persistenza del luogo e sulla sua inesorabile riconsegna

Oleksandr Isaienko (Ucraina)
Phantom Aspect
Animazione su cut paper, scansione, video digitale, 5’20” - 2023
L’opera trasforma la percezione emotiva della guerra in immagine, evocando una presenza spettrale e reiterata che attraversa lo spazio visivo e sonoro. Phantom Aspect elabora il trauma collettivo attraverso la figura di una sirena fantasma, simbolo di allarme permanente e memoria perturbata. La tecnica del cut paper animato amplifica la distanza tra realtà e rielaborazione, tra corpo e assenza. Il film si configura come traslazione poetica del conflitto, in cui l’immagine diventa zona di transito tra vissuto e risonanza emotiva